FS: Guasto sulla linea Roma-Firenze, oltre 6 ore di ritardo, scoppiano le polemiche

Spread the love
    1  
 
   

Un sabato nel caos per la rete ferroviaria italiana, con pendolari, turisti e tifosi rimasti bloccati in ritardi durati fino a sei ore.

Situazione ancora critica, pur in miglioramento, alla stazione di Firenze Santa Maria Novella di Firenze.

I treni dell’Alta velocità presentano ancora ritardi che vanno da un minimo di 80 minuti fino a 310 minuti di due treni per Venezia.

Un lieve calo dopo il picco record di 400 minuti intorno alle cinque del pomeriggio. Sono ancora tanti i passeggeri in attesa, parte dei quali accampati sul pavimento. Proseguono le file in biglietteria e agli sportelli. Il personale del servizio clienti del gruppo Fs spiega che il problema è stato risolto e che i treni stanno iniziando a circolare, ma che persistono ancora ritardi e ci vorrà del tempo per smaltire i disagi causati dal guasto a Roma.

A fare le spese di un inconveniente tecnico sono stati i tanti passeggeri a bordo di un centinaio di treni coinvolti, tra Intercity, regionali e Alta velocità, alcuni dei quali cancellati. Il calvario dei viaggiatori è cominciato intorno alle 9.30 quando, al passaggio dell’Intercity 533 Roma-Ancona, un pantografo è entrato in contatto con la linea di alimentazione elettrica a poca distanza da Roma Tiburtina. Quel treno (su cui viaggiavano anche diversi supporter della Lazio diretti a Milano per la partita di campionato) e altri tre convogli sono stati perciò instradati su un’altra linea: un’operazione difficile che ha richiesto oltre tre ore e che ha inevitabilmente creato un effetto a cascata sulle partenze e gli arrivi in tutto il Paese. Non solo.

L’intervento dei tecnici di Rfi per la riparazione del guasto è durato in tutto quasi otto ore e terminato alle 17. “Molti hanno rinunciato al viaggio e se ne sono andati”, ha spiegato una viaggiatrice. Altri passeggeri hanno raccontato di essere scesi dai treni e tornati a piedi in stazione camminando lungo i binari, aiutati dagli addetti alla sicurezza. E sui social si sono moltiplicate le foto di tabelloni ferroviari che riportavano le ore di ritardo che man mano si accumulavano, mentre qualcuno scriveva: “Siamo ostaggio di Trenitalia da millemila ore. La tv dentro il Frecciarossa non dice più nemmeno di quante ore siamo in ritardo. Il controllore assiduo e gentile è scomparso. Il bar saccheggiato. Siamo in aperta campagna, fermi. Rassegnati. Non c’è manco un po’ di sana rabbia sociale”, ha twittato Chiara Cruciati. “Rimpiango i locomotori a gasolio”, ha aggiunto Luca Ziliotto.

Sui treni e in alcuni snodi, gli addetti hanno distribuito generi di primo conforto e sono stati tanti i bivacchi di viaggiatori che si sono formati nel corso delle ore nelle stazioni, come a Firenze Santa Maria Novella, dove i ritardi hanno superato le sei ore: “L’Italia ormai è divisa a metà, non se ne accorgono?”, ha commentato un uomo da ore in attesa assieme alla moglie. “Il nostro treno per Milano delle 18.20 è cancellato e lo abbiamo scoperto arrivando alla stazione – dicono in fila alla biglietteria due ragazze – o ci trovano una soluzione o ci pagano un albergo perché non sappiamo dove andare, è una vergogna”. Le compagnie hanno garantito il rimborso del biglietto in diversi casi, ma questo non è bastato a contenere l’esasperazione, filtrata anche attraverso i commenti di alcuni parlamentari. Alcuni hanno inoltre ricordato quanto accaduto soltanto lo scorso 20 aprile, quando il carro di un convoglio, uscito dai binari, aveva abbattuto un traliccio provocando anche in quel caso gravi disagi. “Ormai in nel nostro Paese i ritardi e i guasti dei treni hanno frequenza inaccettabile, non è certo un caso che il trasporto ferroviario italiano sia nella classifica delle dieci linee peggiori d’Europa”, ha attaccato il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, postando il tabellone dei ritardi a Termini e annunciando un’interrogazione parlamentare al ministro dei Trasporti Matteo Salvini “per sapere cosa stia accadendo alle linee ferroviarie italiane e sul perché dell’assenza di manutenzione”. Anche la senatrice Silvia Fregolent, di Italia Viva, ha puntato il dito contro “lo stato di salute dell’Alta velocità, a cui mancano manutenzione e opere di modernizzazione. Se il ministro Salvini non sa come spendere i soldi del Pnrr li investa su questo”, dice.